Jumbo-Visma, Dylan Groenewegen fermo finché l’UCI non decide la sanzione: “Non voglio pensare al ciclismo nei prossimi mesi”

Dylan Groenwegen non correrà finché non si conoscerà l’esito della decisione della Commissione Disciplinare dell’UCI. Lo annuncia la sua squadra dopo una riunione interna con il corridore stesso. Una decisione che il portacolori della Jumbo – Visma sostiene in prima persona, non perché infortunatosi a sua volta nella caduta, ma piuttosto perché è ben consapevole della gravità di quanto successo. E deve e vuole farci i conti, a livello personale innanzitutto. Con il suo irresponsabile gesto nella volata della prima tappa del Giro di Polonia 2020 ha spedito Fabio Jakobsen contro le transenne, provocando una caduta di gruppo e riducendo in fin di vita il connazionale della Deceuninck – QuickStep. Il campione neerlandese sta migliorando, ma lo aspetto “un lungo e complesso periodo riabilitativo”, come fa sapere la sua squadra.

“Non volevo far male a nessuno, sia chiaro, ma è chiaramente colpa mia – ammette Groenewegen a NOS – Ho deviato dalla mia traiettoria e non è consentito. Al momento non riesco a pensare ad altro che a Fabio e alla sua famiglia. Spero che riprenda al più presto. Ho capito subito che era qualcosa di grave. Ho visto i suoi compagni andargli attorno e ho capito che non stava per niente bene. Posso solo sperare che le cose vadano per il meglio”.

In riferimento ai commenti di Patrick Lefevere che ha parlato di prigione per quel gesto, sottolinea la sua “non intenzionalità” di fare male in un “momento così intenso” come la volata. Un gesto, una emozione al quale non vuole neanche più pensare per il momento. “Ora non voglio salire in bici – aggiunge – Pensare agli sprint appare così lontano. Non voglio proprio pensare al ciclismo nei prossimi mesi. In seguito si vedrà…”

Quello di cui ora ha bisogno, oltre al recuperare dal danno fisico che appare la cosa minore, è allontanarsi dall’ambiente (probabilmente anche da internet) e cercare di riprendersi da quello che ha fatto. La squadra ha già annunciato di essere pronta a sostenerlo, anche con un aiuto psicologico professionale. In particolare, dovrà essere in grado di affrontare le conseguenze delle sue azioni, con la possibilità che la carriera e la qualità di vita di Jakobsen siano compromesse.

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